Cos’è la Conferenza delle Parti (COP)?
La COP è l’acronimo di “Conference of the Parties” (Conferenza delle Parti). Riunisce 198 “parti”, cioè i 197 paesi e l’Unione Europea che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Nata durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente del 1992, la COP rappresenta uno degli sforzi più significativi ed estesi della comunità internazionale per combattere i cambiamenti climatici.
Secondo l’UNFCCC, l’obiettivo principale della Convenzione è “Evitare interferenze umane pericolose nel sistema climatico”. Attualmente, 197 paesi e l’Unione Europea partecipano alle COP, dimostrando una preoccupazione e un impegno quasi universali nei confronti del clima. È importante capire che queste conferenze non sono semplici riunioni formali: sono l’epicentro delle discussioni multilaterali sul clima, che si alternano annualmente tra i cinque gruppi regionali dell’ONU.
I principali documenti derivanti da queste conferenze sono il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi. Il Protocollo di Kyoto, adottato nel 1997, è stato un primo traguardo che ha vincolato legalmente i paesi sviluppati a obiettivi di riduzione delle emissioni. Questo Protocollo ha attraversato due periodi di impegno, il primo dal 2008 al 2012 e il secondo che è iniziato nel 2013 e terminato nel 2020.
Tuttavia, è stato l’Accordo di Parigi, firmato alla 21ª COP tenutasi nel 2015 nella capitale francese, a segnare una nuova era nella politica climatica globale. Questo accordo ha incoraggiato tutte le nazioni a impegnarsi nella lotta ai cambiamenti climatici e all’adattamento ai suoi effetti, con l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali e cercare di limitare questo aumento a 1,5 gradi Celsius.
Le funzioni della COP sono duplici: riesaminare l’attuazione della Convenzione, del Protocollo di Kyoto e dell’Accordo di Parigi; e prendere decisioni per migliorare e attuare questi strumenti. Ciò può includere la creazione di nuovi organi sussidiari e la negoziazione di nuovi strumenti giuridici, come l’Accordo di Parigi stesso e l’Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto.
Processo decisionale
Il processo decisionale alle COP è complesso e coinvolge negoziati estesi e compromessi. Questo processo non solo riflette la diversità e le preoccupazioni dei paesi partecipanti, ma evidenzia anche la natura impegnativa della governance globale dei cambiamenti climatici. Le discussioni tra i leader dei paesi e i negoziatori dovrebbero portare a un testo finale, adottato per consenso piuttosto che per votazione, che tenga conto delle differenze di interessi e posizioni, con l’obiettivo ideale di progredire nella lotta contro la crisi climatica. Oltre a questi negoziati, che spesso richiedono più tempo del previsto, le discussioni coinvolgono vari gruppi di pressione, rappresentanti di ONG e organizzazioni internazionali. Oltre a stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG), le COP svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare le comunità vulnerabili ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e nel tracciare la via per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. Questo impegno globale non solo riflette l’urgenza della crisi climatica, ma rappresenta anche un’opportunità per plasmare l’economia globale verso un futuro a basse emissioni di carbonio che sia ambientalmente responsabile e socialmente equo.
Cosa dice la scienza?
La scienza dietro il riscaldamento globale è un campo robusto e in evoluzione, contrassegnato da una comprensione crescente e allarmante dei cambiamenti climatici. I rapporti da parte di scienziati, ricercatori e comunità colpite in tutto il mondo dipingono un quadro preoccupante: variazioni anomale delle temperature terrestri e oceaniche, cambiamenti nel ciclo stagionale e modelli irregolari di precipitazioni, tutti al di sopra della variabilità naturale. Questi cambiamenti sono indubbiamente guidati dal riscaldamento globale, risultato diretto dell’incremento dei gas serra (GHG) nell’atmosfera, principalmente a causa delle attività umane come l’uso di combustibili fossili e i cambiamenti nell’uso del suolo.
Principali dati scientifici sul clima
– Aumento dei gas serra: dall’inizio della Rivoluzione Industriale, la concentrazione di gas serra è continuata ad aumentare, provocando un riscaldamento globale;
– Impatto sulla temperatura: anche piccoli aumenti della temperatura globale hanno conseguenze significative, influenzando negativamente la vita e la società;
– Necessità di azione urgente: c’è un consenso scientifico sulla necessità di agire immediatamente per mitigare ulteriori emissioni di gas serra e adattarsi agli impatti attuali e futuri dei cambiamenti climatici.
I dati utilizzati dall’UNFCCC provengono da organizzazioni come l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). L’IPCC è stato istituito nel 1988 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). In quel periodo, c’era già preoccupazione per il riscaldamento globale. Molti studi sull’argomento erano in corso e l’IPCC è stato creato con il compito di valutare la ricerca, interpretarla e raccogliere tutte le informazioni rilevanti, sia tecniche che socio-economiche, in rapporti completi e di facile comprensione, accessibili a tutti. L’IPCC è organizzato in tre gruppi di lavoro: il Gruppo I si concentra sul clima; il Gruppo II si occupa degli impatti dei cambiamenti climatici e delle possibili soluzioni; il Gruppo III studia le dimensioni economiche e sociali degli effetti dei cambiamenti climatici. Dalla sua creazione, l’IPCC ha pubblicato importanti rapporti. Il suo ultimo rapporto afferma che “Le emissioni di gas serra devono essere ridotte del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Questo è cruciale per limitare l’incremento della temperatura a 1,5 gradi Celsius entro la fine di questo secolo ed evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici come siccità, ondate di calore e precipitazioni più frequenti e gravi”.
Un riassunto dell’ultimo rapporto dell’IPCC
Il più recente rapporto del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) presenta conclusioni robuste sull’influenza delle attività umane sul riscaldamento globale. Le principali conclusioni sono:
1. Riscaldamento globale causato dalle attività umane: le attività umane, in particolare le emissioni di gas serra (GHG), hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale. La temperatura media globale della superficie è aumentata di 1,1°C rispetto ai livelli del 1850-1900 nel periodo 2011-2020.
2. Continuo aumento delle emissioni di GHG: Le emissioni globali di GHG sono aumentate, con contributi irregolari e storici derivanti dall’uso eccessivo dell’energia, dai cambiamenti nell’uso del suolo, dagli stili di vita e dai modelli di consumo e produzione.
3. Riscaldamento osservato e le sue cause: le temperature globali della superficie sono aumentate più rapidamente dal 1970 di quanto non avvenga in un qualsiasi periodo lungo 50 anni negli ultimi 2000 anni. Le concentrazioni atmosferiche di CO2, metano e protossido di azoto sono ai loro livelli più alti da milioni di anni.
4. Urgenza di un’azione climatica integrata a breve termine: lo sviluppo resiliente al clima, integrando adattamento e mitigazione dei GHG, è più urgente che mai. Ogni aumento del riscaldamento, soprattutto oltre 1,5°C, limita progressivamente le vie verso uno sviluppo resiliente al clima.
5. Rischi di superare il limite di riscaldamento: limitare il riscaldamento globale a 1,5°C senza superare temporaneamente questo livello è una sfida. Impatti avversi durante il periodo di superamento e meccanismi di feedback come incendi boschivi e disgelo del permafrost rendono difficile tornare a livelli più sicuri.
6. Impatti irreversibili e rischi crescenti: aumentare l’entità e la durata del superamento del riscaldamento espone gli ecosistemi e le società a cambiamenti climatici più ampi e gravi, con impatti irreversibili su alcuni ecosistemi meno resilienti.
7. Emissioni continue e i loro effetti: le emissioni continue influenzeranno tutte le principali componenti del sistema climatico, molte delle quali saranno irreversibili su scala di secoli e millenni.
8. Necessità di azioni immediate: senza azioni urgenti, efficaci ed equamente distribuite di mitigazione e adattamento, il cambiamento climatico minaccia sempre di più gli ecosistemi, la biodiversità e i mezzi di sussistenza, la salute e il benessere delle generazioni presenti e future. Il rapporto sottolinea la finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro vivibile per tutti, evidenziando l’importanza critica delle decisioni e delle azioni intraprese in questo decennio.
Cosa possiamo aspettarci dalla COP28?
La 28ª Conferenza delle Parti (COP28) è iniziata il 30 novembre a Dubai, Emirati Arabi Uniti, e rappresenta un momento importante nella traiettoria della politica climatica internazionale. Dall’adozione dell’Accordo di Parigi alla COP21 nel 2015, l’attenzione si è concentrata sull’effettiva implementazione del suo obiettivo principale: limitare l’aumento della temperatura globale a ben al di sotto dei 2°C, con sforzi per limitare l’incremento a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
La COP28 promette di essere una pietra miliare, in cui la comunità globale non solo delineerà le azioni climatiche che devono essere rafforzate, ma dimostrerà anche metodologie concrete per la loro attuazione.
Un focus centrale della COP28 sarà l’individuazione di soluzioni globali per mantenere l’aumento della temperatura globale entro i limiti stabiliti. Ciò implica un particolare focus sullo sviluppo di NDC (Contributi Determinati a livello Nazionale) rivisti e più ambiziosi, dovuti entro il 2025, cruciali per guidare la transizione verso un’economia verde e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Un altro aspetto cruciale è la conclusione del primo Global Stocktake, iniziato a Glasgow, un processo essenziale per rivedere i progressi collettivi verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e guidare i paesi verso azioni climatiche più ambiziose e accelerate.
Inoltre, la Conferenza affronterà diverse aree chiave:
– Finanziamento per perdite e danni: lo sviluppo di meccanismi finanziari per aiutare le comunità vulnerabili a far fronte agli impatti diretti dei cambiamenti climatici.
– Obiettivo finanziario globale: sviluppo di obiettivi finanziari globali per aiutare i paesi in via di sviluppo a agire sui cambiamenti climatici.
– Giusta transizione energetica: accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabile, considerando le esigenze socioeconomiche delle comunità interessate, sottolineando la necessità di accelerare la transizione energetica e ridurre le emissioni entro il 2030.
– Riduzione del gap delle emissioni: strategie urgenti per ridurre le emissioni globali e raggiungere gli obiettivi climatici.
– Abbandono dei combustibili fossili: la COP28 affronterà la sfida di formulare un accordo globale per eliminare gradualmente i combustibili fossili entro il 2050, considerando le responsabilità storiche e promuovendo l’equità dello sviluppo per i paesi più poveri.
– Mettere le persone al centro dell’azione climatica: Per la prima volta in una conferenza COP, una giornata completa dell’agenda sarà dedicata a iniziative finalizzate a “proteggere” vite e mezzi di sussistenza, sostenere la resilienza e la stabilità delle comunità di fronte agli impatti in aumento dei cambiamenti climatici. Ci saranno discussioni di alto livello su salute, soccorso, ripresa e pace, con un focus anche su regioni del mondo afflitte da conflitti e colpite da una serie di sfide che rendono estremamente difficile la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
– Leadership più ampia sui cambiamenti climatici: la COP28 cercherà anche di coinvolgere un’ampia gamma di leader per tradurre le promesse climatiche in azione. Il Summit sull’Azione Climatica Locale della COP28 riunirà centinaia di sindaci, governatori, leader aziendali e di ONG che svolgono un ruolo chiave nell’attuazione delle politiche climatiche a livello municipale e regionale nei loro paesi d’origine.
Il ruolo dei giovani
I giovani occupano una posizione strategica nella costruzione di un futuro più sano per le generazioni future. Con il cambiamento climatico sempre più riconosciuto come una minaccia globale per la salute e il benessere, i giovani stanno assumendo un ruolo proattivo ed essenziale nel combattere questa sfida.
Non solo sensibilizzano sull’impatto del clima sulla salute e il benessere, ma incoraggiano anche cambiamenti nello stile di vita e fanno pressioni per azioni politiche efficaci.
Adozione di stili di vita sani
I giovani sono in prima linea nell’adozione di stili di vita sani. Stanno apportando modifiche alle loro routine quotidiane, come l’utilizzo del trasporto pubblico, l’adozione di diete a base vegetale, la riduzione degli sprechi alimentari e l’evitare l’uso di plastica monouso. Queste azioni individuali, anche se piccole, contribuiscono in modo significativo a ridurre l’impronta ambientale.
Difesa e attivismo
I giovani sono attivamente impegnati nell’attivismo, condividendo conoscenze sul cambiamento climatico e promuovendo discussioni sulla sostenibilità nelle loro comunità. Utilizzano piattaforme online e i social media per connettersi con altri giovani e influenzare le decisioni politiche e comportamentali.
Partecipazione a iniziative globali
Iniziative come Voices of Youth dell’UNICEF e il Summit giovanile sul clima delle Nazioni Unite forniscono piattaforme per consentire ai giovani di esprimere le loro opinioni e partecipare attivamente a discussioni e azioni sul clima.
Se parliamo specificamente delle COP, i giovani possono essere coinvolti in diverse azioni e iniziative come la Conferenza Internazionale dei Giovani (COY) e YOUNGO. COY, un importante incontro focalizzato sui movimenti climatici che funge da piattaforma globale e mira a riunire giovani di diverse nazioni, decisori politici e ricercatori, per discutere questioni cruciali come le politiche climatiche internazionali.
YOUNGO è una “costituente”, un gruppo formale che consente ai giovani di avere una voce organizzata nei processi decisionali legati al clima, riconosciuto nel 2009 nell’ambito della UNFCCC, unendo movimenti giovanili e ONG da tutto il mondo. Il suo obiettivo principale è incentivare la partecipazione dei giovani che lavorano sul processo di riduzione delle emissioni di gas derivanti dalla deforestazione e degrado delle foreste; sulla questione dell’adattamento e mitigazione nel contesto dei cambiamenti climatici, sul principio di equità intergenerazionale, sulla crisi finanziaria e sul progresso tecnologico.
Essere una “costituente” consente a YOUNGO di avere uno spazio per tenere la sua “riunione quotidiana”, pianificare interventi durante le sedute plenarie dei COP e discutere soluzioni e collaborare con altri giovani di tutto il mondo.
Formazione e sviluppo di capacità
Programmi di formazione e mentoring, stanno dotando i giovani delle competenze e delle conoscenze necessarie per diventare leader e sostenitori climatici efficaci. Stanno imparando a monitorare la qualità dell’aria, sviluppare progetti ecologicamente responsabili e socialmente giusti e impegnarsi attivamente nel dialogo con le autorità locali e globali.
Conclusioni
In sintesi, la Conferenza delle Parti (COP) rappresenta una tappa fondamentale nella lotta globale contro il cambiamento climatico, dimostrando un impegno quasi universale all’azione climatica con la partecipazione di 197 paesi e dell’Unione Europea.
Le COP sono molto più di semplici incontri formali, fungono da epicentro delle discussioni multilaterali sul clima, alternando annualmente tra i gruppi regionali delle Nazioni Unite. Il lascito di queste conferenze include documenti cruciali come il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi.
La scienza del riscaldamento globale, come evidenziato dai rapporti dell’IPCC e dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), dipinge un quadro preoccupante, con l’incremento continuo dei gas serra che alza le temperature globali e causa significativi effetti avversi su vita e società.
La COP28, tenutasi a Dubai, si concentra sull’efficace attuazione dell’Accordo di Parigi e sull’individuazione di soluzioni globali per mantenere l’incremento delle temperature globali entro limiti sicuri. Con un’enfasi sulla formulazione di NDC rivisti e più ambiziosi, la COP28 mira a promuovere una giusta transizione energetica e accelerare l’azione climatica.
Infine, i giovani svolgono un ruolo cruciale adottando stili di vita salutari, promuovendo azioni contro il cambiamento climatico e partecipando a iniziative globali dimostrando l’importanza di educare e responsabilizzare nei dibattiti e nelle azioni climatiche.