Le difficoltà economiche sono associate a un maggior rischio di cattiva salute mentale nei genitori, e la salute mentale dei genitori è a sua volta legata a una salute mentale più precaria dei figli. Questa correlazione si è rivelata più forte in situazioni di grave povertà materiale e alta insicurezza alimentare.
Molti studi hanno dimostrato che i bambini che crescono in famiglie socio-economicamente svantaggiate hanno meno opportunità di sviluppo, in particolare sul piano cognitivo, ma anche su quello emotivo o comportamentale. Altri studi hanno evidenziato come le difficoltà economiche aumentino il disagio psicosociale nei bambini, anche a causa della cattiva salute mentale dei loro genitori. Le preoccupazioni degli adulti per la mancanza di risorse finanziarie ostacolano infatti un’adeguata cura genitoriale. Lo stress economico accentua i conflitti di coppia e favorisce pratiche educative incoerenti, sia più rigide che più permissive. Anche altri fattori sono importanti per il massimo sviluppo dei bambini, come la differenza tra il ricevere o meno sussidi pubblici, la qualità delle scuole e/o l’ambiente del quartiere. Per comprendere l’interazione tra alcuni di questi elementi, è stato analizzato un campione rappresentativo di famiglie con bambini tratto dall’indagine sulla salute condotta dall’Agenzia di Salute Pubblica di Barcellona (ASPB) nella città nel 2016, quando erano ancora presenti gli effetti della crisi economica, con tassi di disoccupazione intorno al 27% (2012).
Le famiglie con difficoltà economiche hanno indicatori di salute mentale peggiori, sia per i genitori che per i figli
La ricerca ha esaminato tre tipi di difficoltà economiche: situazione occupazionale dei genitori, povertà materiale e insicurezza alimentare, confrontando come ciascuna di queste condizioni influisca sulla salute mentale dei genitori e, di conseguenza, dei figli. In tutti i casi è emerso che le difficoltà economiche portano a un rischio maggiore di cattiva salute mentale nei genitori, con un effetto negativo anche sulla salute mentale dei figli. La correlazione è risultata più forte nei casi di grave povertà materiale e alta insicurezza alimentare. È stato anche dimostrato che i genitori con un maggiore rischio di cattiva salute mentale tendano ad adottare uno stile educativo più incoerente.
Povertà e insicurezza alimentare legate all’aumento di ritiro sociale e tristezza nei bambini
Per quanto riguarda la prima dimensione (esteriorizzazione del disagio), emerge chiaramente il peso della cattiva salute mentale dei genitori su quella dei figli in situazioni di difficoltà economica. D’altra parte, riguardo alla seconda dimensione (internalizzazione del disagio), si osserva una relazione diretta tra le difficoltà finanziarie in casa e i problemi legati alla depressione nei bambini, indipendentemente dallo stato di salute mentale dei genitori. Questa relazione diretta potrebbe essere legata all’esperienza dei bambini di difficoltà economiche, ad esempio nelle modifiche alle routine alimentari o nella riduzione della disponibilità di cibo, che portano a un indebolimento fisico e a sentimenti di ritiro o tristezza. Una situazione di povertà persistente aggrava ulteriormente questo meccanismo di depressione infantile. Parallelamente a questi risultati, altri studi hanno trovato correlazioni tra povertà persistente e problemi di iperattività, diminuzione del controllo di sé e peggioramento delle relazioni interpersonali nei bambini.
Sfortunatamente, le limitazioni del campione non hanno permesso di stabilire se gli effetti delle difficoltà economiche sulla salute mentale dei bambini siano più forti in alcuni sottogruppi di famiglie. Tuttavia, ci sono evidenze che suggeriscono che le famiglie monoparentali siano le più a rischio di povertà. Non è stato nemmeno possibile discernere se gli effetti sui figli differissero a seconda della relazione con la madre o con il padre, poiché, come indica la letteratura, ciò cambia in base a chi svolge le funzioni domestiche, di cura e/o lavorative. In ogni caso, la conclusione è chiara: i bambini che vivono in famiglie più svantaggiate sperimentano meno benessere psicosociale e interiorizzano questo disagio.
Anche un ambiente abitativo sano e sicuro è importante
L’opinione dei genitori sulla presenza di problemi di violenza nel quartiere è stata utilizzata per analizzare l’influenza dell’ambiente di vicinato. Nonostante alcune limitazioni, con questo indicatore si è voluto cogliere l’importanza della qualità ambientale del quartiere sulla salute mentale dei bambini oltre alle difficoltà economiche della famiglia. I risultati dimostrano che l’opinione sulla violenza nel quartiere è associata in tutti i casi alla cattiva salute mentale dei genitori e dei bambini. Coerentemente con altri studi, uno degli aspetti maggiormente apprezzati dai bambini è un ambiente sicuro, sia a scuola sia nel quartiere. Come mostra l’ultima analisi dell’Indagine sul Benessere Soggettivo dei Bambini a Barcellona (2021), sentirsi sicuri è la variabile più strettamente legata alla soddisfazione di vita dei bambini.
Il benessere mentale e fisico dei bambini è rilevante, non solo per il presente, ma anche per le conseguenze che avrà nella vita adulta. I bambini che crescono in ambienti economicamente svantaggiati hanno maggiori probabilità di avere lavori precari, con salari bassi e peggiori indicatori di salute, tra altri effetti negativi.
Cosa si dovrebbe fare?
Esistono diverse linee di intervento possibili per preservare la migliore salute mentale dei bambini. Innanzitutto, dal punto di vista delle finanze familiari, alleviare la mancanza di risorse, attraverso l’aumento o l’estensione dei salari minimi, la riduzione delle tasse o la promozione di programmi di trasferimento per beni essenziali o simili, potrebbe migliorare la salute mentale dei genitori e quindi anche dei figli. Le politiche pubbliche che facilitano l’accesso a beni e servizi di qualità per i bambini sono altrettanto favorevoli, come il sostegno per le mense scolastiche e l’assistenza all’infanzia, assicurando l’accessibilità ai servizi per l’infanzia o una maggiore flessibilità lavorativa per facilitare la conciliazione familiare. Una seconda linea di azione consiste in interventi che combinano l’educazione di genitori e figli, oltre a quelli volti a migliorare le competenze genitoriali, che richiedono meno risorse rispetto a quelli destinati a entrambe le generazioni. Infine, sono raccomandati interventi urbani per promuovere spazi di svago sicuri, sani e stimolanti, come aree gioco, spazi verdi e ambienti di qualità.