Dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio 2022, oltre 173mila cittadini ucraini sono arrivati in Italia; si tratta soprattutto di donne, anziani e bambini che in treno e in autobus hanno raggiunto diverse regioni italiane e, nella maggior parte dei casi, sono riusciti a ricongiungersi ai familiari che già lavoravano in Italia.
Prima dell’inizio del conflitto, la comunità ucraina contava circa 230mila persone.
Il monitoraggio degli arrivi alla frontiera è coordinato dal Ministero dell’Interno che, nel periodo di tempo compreso fra il 3 marzo 2022 e il 16 giugno 2023, ha registrato un totale di ingressi pari a 173.920: 124.459 persone adulte più 49.461 minori. Gli ingressi nel frattempo sono molto cresciuti se si considera che, al 18 dicembre 2023, il totale di nuovi migranti ucraini che hanno presentato domanda di protezione temporanea sono stati 184.611 di cui 131.007 donne (pari al 71%) a cui si aggiungono 61.202 minorenni.
La presenza maggiore di cittadini ucraini si registra nelle regione Lombardia con il 18,39%, seguita dalla Emilia-Romagna con l’11,94% e dalla Campania con il 10,39%.
Il sostegno materiale ai migranti
I cittadini ucraini che hanno presentato domanda di permesso di soggiorno per la protezione temporanea, possono anche fare richiesta per ottenere il contributo di sostentamento. Si tratta di un sostegno economico, riconosciuto in quote mensili pari a 300 euro per un massimo di tre mesi a partire dalla data della ricevuta di presentazione della domanda di permesso. Complessivamente sono 147.233 gli ucraini ammessi di cui 124.529 donne, pari all’85%.
L’ultimo report del Ministero del Lavoro segnala la presenza di 4.755 minori stranieri ucraini non accompagnati in Italia al primo aprile 2023, pari al 24,2% del totale. Il 51% è composto da bambine e ragazze (2.426), che rappresentano l’84,7% del totale delle minorenni straniere non accompagnate presenti in Italia.
Il ministero del Lavoro (Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione), tenuto conto della platea di cittadini stranieri bisognosi di protezione, assistenza e inclusione in Italia ha lanciato il progetto “PUOI” (la sigla sta per Protezione Unita a Obiettivo integrazione) finalizzato all’inserimento socio-lavorativo di migranti vulnerabili che, tenuto conto dei motivi che li hanno spinti a fuggire, ai traumi vissuti, incontrano maggiori ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro. Fra i destinatari ci sono richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale o speciale ed ex minori non accompagnati (MSNA).
Mentre nel periodo iniziale dell’emergenza era necessario offrire risposte ai bisogni primari, successivamente è cresciuta l’esigenza di promuovere percorsi di inclusione con l’obiettivo di inserire chi era rimasto senza lavoro e senza casa.
Il progetto italiano prevede il coinvolgimento di operatori pubblici e privati del mercato del lavoro, la rete dell’accoglienza e le aziende, per costruire percorsi personalizzati con orientamento, accompagnamento al lavoro ed esperienze di tirocinio. Ogni percorso è finanziato con fondi comunitari (tra questi c’è il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione e il Fondo Sociale Europeo). Fra i cittadini ucraini, l’86% è rappresentato da donne. Questo perché gli uomini sono rimasti in Ucraina a difendere il proprio Paese e, per la legge marziale, non possono uscire dai confini nazionali se non in casi particolari.
Il profilo medio dei beneficiari
Con riferimento alla distribuzione per classi di età, l’80% dei destinatari dei progetti di assistenza ha un’età uguale o superiore a 30 anni, con una prevalenza della classe di età 30-39 anni.
La fascia 18-24 anni è invece poco rappresentata.
Dal report, inoltre, emerge che i cittadini ucraini hanno almeno un diploma di scuola secondaria superiore nell’81% dei casi, almeno una laurea nel 41% (fra le donne si sale al 45%). Bisogna considerare però che solo il 25% dei titoli di studio ucraini è riconosciuto in Italia. La comunità ucraina, tra quelle stranieri, resta quella con la più alta incidenza di laureati, più che doppia rispetto a quella rilevata per il complesso della popolazione non comunitaria: 22% contro 10,5%.
I progetti di formazione
Un altro dato di rilievo, è che la maggior parte dei destinatari ucraini, il 72%, quando è stata inserita nel progetto ha trovato ospitalità dai privati e non in strutture di accoglienza.
Il 70% dei tirocini avviati (complessivamente sono 118) sono stati portati a termine. I tirocinanti sono stati inseriti in prevalenza in imprese ricettive (24%), in aziende operanti in altre attività dei servizi (20%) e in esercizi commerciali (10%). Seguono, i tirocini, le industrie manifatturiere (7%), le imprese o cooperative dalla sanità e assistenza sociale (6%) o che operano nel campo dell’istruzione (6%). Il 4% dei beneficiari ucraini, infine, ha svolto il tirocinio presso i Comuni.
L’Italia, inoltre, ha stanziato 31.133.046 euro per finanziare progetti di inserimento linguistico, di socialità, di integrazione e di continuità scolastica destinati alle scuole (in totale sono 3.702) che hanno accolto studenti ucraini.
Secondo dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, alla fine di dicembre 2022,gli studenti ucraini iscritti in Italia sono 19.617: 3.040 nella scuola dell’infanzia; 8.809 nella Primaria; 4.786 nella Secondaria di I grado; 2.982 nella Secondaria di II grado.