Gli elettrocardiogrammi di massa possono salvare migliaia di vite ogni anno. Il caso virtuoso della Runnig Heart, manifestazione per la promozione dello sport e della prevenzione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la principale causa di morte e di disabilità permanente in Europa con circa 10.000 decessi al giorno e con una percentuale del 42,5% di morti direttamente o indirettamente riconducibili ad una patologia del cuore o del sistema circolatorio. Fino a pochi anni fa malattie come infarto e ictus erano prevalentemente appannaggio degli uomini ma il contesto socioeconomico in rapida evoluzione sta modificando queste vecchie certezze.
Sempre più problemi di cuore per le donne
Per le fasce di età fino ai 65 anni, gli uomini europei presentano tassi di mortalità più elevati rispetto alle donne europee. Ma più l’età aumenta più le malattie coronariche si fanno più frequenti e più letali per la donna. Diverse ricerche internazionali dimostrano che il tasso di mortalità femminile per la fascia di età 35/75 anni nei Paesi occidentali è in costante aumento, così come i ricoveri per infarto nelle donne con meno di 55.
L’Italia è in linea con questo trend con circa 124.000 donne all’anno affette da patologia cardiovascolare e una mortalità pari al 31%. La malattia coronarica colpisce 1 donna su 9 tra i 45 e i 64 anni e 1 su 3 dopo i 65 anni. Inoltre la prevalenza dei casi di ictus è maggiore nelle donne, che sperimentano anche sintomi e prognosi più gravi rispetto agli uomini.
Ma a cosa è dovuta questa inversione di tendenza? Secondo la D.ssa Antonella Mannarini Responsabile dell’Area Cardiologia di Genere dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), in passato gli uomini fumavano e bevevano molto più delle donne, mentre oggi, nei Paesi occidentali, è vero esattamente il contrario. Anche l’uso di droghe pesanti può dare problemi coronarici, così come il diffondersi di stili di vita sempre più sendentari e l’aumento dell’obesità. Se in passato, quindi, le giovani donne erano protette dal così detto “ombrello ormonale”, oggi gli estrogeni non bastano più a difendere le donne, anche in età fertile, da ictus e infarto.
Anche la diffusione del diabete contribuisce ad aggravare il quadro. Per il Prof. Francesco Giorgino Direttore dell’U.O.C. di Endocrinologia Policlinico di Bari, nonché Vicepresidente della Società scientifica europea di studi sul Diabete (EASD), le persone che soffrono di diabete si ammalano molto più facilmente di malattie cardiovascolari e scompenso cardiaco. Il rischio è di 2/3 volte maggiore rispetto per gli uomini e di 4/5 volte maggiore nelle donne. L’aumento della glicemia facilita il processo di arteriosclerosi e i conseguenti danni al cervello e al cuore.
Sempre più giovani si ammalano
Un dato particolarmente preoccupante riguarda gli adolescenti europei: secondo un recente studio, solo il 62,1% dei ragazzi in età scolare raggiunge livelli adeguati di attività fisica, mentre appena l’1,7% segue una dieta considerata ideale per la salute cardiovascolare . Questi comportamenti, se non corretti, possono predisporre i giovani a sviluppare malattie cardiovascolari in età adulta.
Promuovere uno stile di vita sano e l’attività fisica regolare fin dall’adolescenza è dunque cruciale per la prevenzione delle patologie cardiache. Interventi mirati possono non solo migliorare la qualità della vita dei giovani, ma anche ridurre significativamente l’incidenza di malattie cardiovascolari nella popolazione adulta futura. Sebbene le malattie cardiovascolari siano più comuni nelle fasce di età avanzate, è preoccupante l’aumento dei fattori di rischio tra le generazioni più giovani.
Anche lo status socioeconomico influisce significativamente sulla prevalenza e sulla mortalità delle malattie cardiovascolari. Individui con livelli di istruzione più bassi presentano un rischio maggiore di mortalità per malattie ischemiche del cuore. Ad esempio, un’analisi in 10 paesi europei ha evidenziato che uomini tra i 30 e i 59 anni con un livello di istruzione più elevato hanno un rischio di mortalità inferiore del 55% rispetto a quelli con istruzione inferiore; tra le donne, il rischio è ancora maggiore.
Un caso virtuoso: Running Heart 2025
Questi dati sottolineano l’importanza di strategie di prevenzione mirate che tengano conto delle differenze di genere, età e status socioeconomico per affrontare efficacemente il carico delle malattie cardiovascolari in Europa.
Un esempio è l’evento di sensibilizzazione per uno stile di vita sano e di promozione dell’attività sportiva Running Heart, giunto alla settima edizione grazie all’impegno generoso dei medici dell’ANMCO, Policlinico dell’Università di Bari, della Fondazione per il Tuo cuore Onlus, dell’Associazione Ama Cuore Bari, dell’Associazione Diabetici Baresi Onlus e di Meeting Planner.
Grazie alla partnership con l’evento podistico internazionale Vivicittà, organizzato dalla Unione Italiana Sport per tutti (UISP) che si tiene in contemporanea in decine di città in tutta Europa il connubio tra sport e prevenzione è ulteriormente enfatizzato.
Anche le centinaia di mezzofondisti iscritti alla gara, oltre ai cittadini di Bari e provincia, hanno potuto effettuare la diagnostica gratuita nei primi giorni di aprile 2025.
I medici e infermieri volontari della “Corsa del Cuore” hanno così effettuato migliaia di misurazioni della glicemia, individuando molte persone diabetiche che non sapevano di esserlo e molti disturbi cardiologici, magari lievi, che hanno consentito a queste persone di intraprendere percorsi terapeutici.