Le aziende portoghesi non considerano l’economia circolare una priorità
Lo studio “Valutazione generale della realtà del tessuto imprenditoriale in Portogallo in termini di Economia Circolare”, realizzato dalla CIP – Confederação Empresarial de Portugal in collaborazione con EY- Partheon, nell’ambito del progetto “More Circular Economy”, rivela che sono le aziende più grandi ad avere una maggiore percezione e migliori risultati in termini di economia circolare.
Lo studio, a cui hanno partecipato complessivamente 202 aziende, ha fatto una valutazione della realtà imprenditoriale nazionale in materia di economia circolare, distinguendo i settori della Moda (20%), della Metallurgia e metalmeccanica (13%) e del Commercio (12%). La maggior parte (77%) delle aziende che hanno risposto sono piccole e medie imprese (PMI).
L’indagine ha valutato parametri quali l’integrazione dei concetti di circolarità nel processo decisionale strategico, il grado di attuazione delle iniziative, i modelli di circolarità nelle operazioni aziendali e gli ostacoli associati alla loro attuazione.
Secondo i risultati dell’indagine, il 97% delle aziende ha riconosciuto l’importanza di adottare modelli di business più circolari, ma sono stati individuati ostacoli alla loro attuazione.
Sebbene vi sia la chiara percezione che l’economia e la circolarità rappresentino un chiaro vantaggio competitivo, solo il 19% delle aziende che hanno risposto all’indagine tiene conto dell’economia circolare quando prende decisioni per ridurre la propria impronta ambientale.
Gli ostacoli più evidenti alla mancata implementazione di misure circolari nelle aziende sono stati la legislazione, il quadro normativo e le questioni economiche e finanziarie.
Inoltre, lo studio ha dimostrato che l’86% delle aziende riflette sulla circolarità durante la propria attività, ma solo il 12% ha dichiarato che si tratta di un elemento chiave della propria strategia.
La posizione dei giovani rispetto all’economia circolare
Secondo lo studio internazionale “Essere giovani oggi: quali strade per l’indipendenza”, condotto tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni in sei Paesi europei – Portogallo, Belgio, Repubblica Ceca, Italia, Romania e Regno Unito – emerge che il 37% dei giovani portoghesi e il 35% dei giovani europei considerano importante l’economia circolare, in particolare i giovani portoghesi che vivono con i genitori (41%) e quelli con istruzione di livello universitario (41%).
Lo studio mostra che i giovani italiani sono i più consapevoli dell’importanza dell’economia circolare (38%), seguiti dai giovani rumeni (37%) e dai giovani portoghesi.
L’importanza attribuita all’economia circolare si traduce in cifre rilevanti nella lotta agli sprechi e che vanno di pari passo con la sostenibilità, con il 93% dei giovani portoghesi, in particolare le donne (96%), che cercano di ridurre i rifiuti. Tuttavia, i giovani mostrano anche una certa incoerenza.
Nonostante si preoccupino delle questioni ambientali (97%) e considerino importante l’economia circolare, il 78% dei giovani portoghesi ammette che consumerebbe di più se avesse più soldi. Se hanno la possibilità di scegliere, i giovani preferiscono acquistare la maggior parte dei prodotti nuovi, piuttosto che di seconda mano.
I cambiamenti e le misure necessarie per implementare questo paradigma più circolare
Consumare prodotti ecologicamente responsabili e socialmente equi
Il processo di produzione inizia con le materie prime. È quindi urgente che queste includano fonti responsabili dal punto di vista ambientale e socialmente giuste, e poi elevati standard ambientali, sociali e di diritti umani.
In questo contesto, gli eurodeputati vogliono ridurre la dipendenza dell’UE da alcuni Paesi terzi e promuovere il riciclaggio e il recupero di materie prime essenziali.
Per realizzare un mercato UE con prodotti responsabili dal punto di vista ambientale e socialmente equi, neutrali dal punto di vista climatico ed efficienti dal punto di vista delle risorse, la Commissione ha proposto di estendere la direttiva sulla progettazione ecocompatibile ai prodotti non legati all’energia e di creare un passaporto digitale dei prodotti per condividere tutte le informazioni pertinenti durante l’intero ciclo di vita del prodotto. La normativa è già stata approvata dagli altri organismi europei.
Per andare in questa direzione, sono necessarie iniziative per combattere l’obsolescenza programmata, migliorare la durata e la riparabilità dei prodotti e rafforzare i diritti dei consumatori attraverso il diritto alla riparazione.
Rendere più circolari i settori
Il piano d’azione della Commissione europea indica sette settori essenziali per il raggiungimento di un’economia circolare: plastica; tessuti, rifiuti elettronici; alimenti, acqua e nutrienti; imballaggi; batterie e veicoli; edifici e costruzioni.
In questo modo, la circolarità e la sostenibilità devono essere incorporate in tutte le fasi della catena del valore per realizzare un’economia circolare: dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore finale.
Gestione dei rifiuti
Aumentare il riciclaggio di alta qualità, abbandonare le discariche, ridurre al minimo l’uso dell’incenerimento e diminuire la presenza di sostanze chimiche nocive nei rifiuti sono alcune delle misure che devono essere attuate per raggiungere la trasparenza nella gestione dei rifiuti.
L’urgente necessità di adottare pratiche responsabili dal punto di vista ambientale e socialmente giuste sta diventando sempre più evidente. Secondo l’ufficio statistico dell’UE, Eurostat, nel 2021 il Portogallo aveva un tasso di circolarità del 2%, collocando il Paese tra i peggiori in Europa in questo settore.
Tra gli Stati membri, i Paesi Bassi hanno registrato il tasso di circolarità più alto (31%), seguiti da Belgio (23%) e Francia (22%), mentre i tassi più bassi sono stati osservati in Romania (1%), Portogallo e Irlanda (2% entrambi).
Eurostat sottolinea che le differenze nell’uso dei rifiuti riciclati tra gli Stati membri sono dovute non solo alla quantità di riciclo in ciascun Paese, ma anche a fattori strutturali nelle economie locali.
Il percorso verso la transizione circolare richiede un cambiamento significativo nel modo in cui la società nel suo complesso – cittadini e aziende – valuta materiali, prodotti e servizi.
Documenti di supporto:
- Valutazione generale della realtà del tessuto imprenditoriale portoghese in termini di Economia Circolare.
- Situazione dell’economia circolare in Portogallo Workshop.
- Contesto dell’economia circolare in Portogallo.
- Guida alle buone pratiche delle aziende + circolare.
- Essere giovani oggi: quali sono le strade per l’indipendenza?
Links:
- EU’s circular material use rate decreased in 2021 – Products Eurostat News – Eurostat (europa.eu)
- Resíduos urbanos: metas de reciclagem mais ambiciosas para uma economia circular | Atualidade | Parlamento Europeu (europa.eu)
- PE propõe medidas para aumentar eficiência na utilização dos recursos | Atualidade | Parlamento Europeu (europa.eu)