I giovani europei affrontano una crescente crisi abitativa che minaccia la loro autonomia, sicurezza e prospettive future. All’aumento generalizzato dei prezzi degli immobili e scarsità di alloggi disponibili per l’affitto, fenomeni aggravati dalla gentrificazione, ai quali si aggiungono la sempre maggiore instabilità economica, rendono sempre più difficile per le nuove generazioni trovare una casa dignitosa. Un problema che, se non affrontato con decisione, rischia di compromettere la coesione sociale, la natalità e lo sviluppo sostenibile del continente.
Negli ultimi anni, i costi degli alloggi in Europa hanno subito un’impennata significativa. Tra il 2015 e il 2023 i prezzi delle case nell’Unione Europea sono aumentati in media del 48%. Un incremento che ha colpito in particolare i giovani, che spesso si trovano in situazioni lavorative precarie o con redditi insufficienti per affrontare le spese abitative. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili costringe molti a rimanere nella casa dei genitori o a vivere in condizioni di sovraffollamento e insicurezza.
Iniziative europee per fronteggiare l’emergenza
Di fronte a questa emergenza, l’UE ha avviato diverse iniziative per affrontare la crisi abitativa. Nel 2025, la Commissione Europea ha istituito un nuovo gruppo di lavoro dedicato agli alloggi, con l’obiettivo di sviluppare e attuare un piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili . Questo gruppo di lavoro, sotto la guida del Commissario per l’Energia e l’Edilizia Abitativa Dan Jørgensen, mira a coordinare le politiche europee per sbloccare gli investimenti pubblici e privati a favore di alloggi sostenibili e accessibili.
Parallelamente, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha annunciato un piano d’azione per sostenere l’edilizia abitativa, con investimenti previsti di circa 10 miliardi di euro nei prossimi due anni. Questo piano prevede la costruzione di nuove abitazioni, la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente e l’implementazione di soluzioni innovative per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, per un totale di 1,5 milioni di abitazioni interessate.
Raccomandazioni per un piano davvero inclusivo
La FEANTSA, la rete europea di organizzazioni che si occupano di senza dimora, ha accolto con favore l’impegno della Commissione ma invita a non trascurare le fasce più vulnerabili. Il concetto di “accessibilità” è spesso vago, e il rischio è che le nuove politiche favoriscano solo le fasce medie, lasciando escluse le persone in situazione di povertà estrema.
Secondo FEANTSA, ci sono oltre 1,3 milioni di persone senza dimora in Europa, di cui 400.000 sono bambini. Politiche abitative accessibili, sostiene il rapporto, devono prioritariamente rispondere ai bisogni di chi è escluso dal mercato, fungendo sia da strumento preventivo che da soluzione stabile all’homelessness.
Nel suo rapporto, FEANTSA stima un deficit annuo di 57 miliardi di euro negli investimenti pubblici in edilizia abitativa accessibile nell’UE e propone 13 raccomandazioni alla Commissione Europea. Tra queste:
- Dare priorità a progetti non speculativi, pubblici e cooperativi.
- Sostenere programmi collaudati come Housing First.
- Affrontare il problema degli affitti brevi e dell’uso inefficiente del patrimonio edilizio.
- Escludere la spesa per l’edilizia sociale dal calcolo del deficit pubblico.
Infine, il report esprime dubbi sull’eccessiva fiducia nei capitali privati: l’obiettivo di garantire rendimenti elevati per gli investitori rischia di entrare in conflitto con l’urgenza di offrire case a chi ha redditi bassi.
Una sfida strategica per l’Europa
La crisi abitativa rappresenta un ostacolo sempre più rilevante per la crescita e la coesione sociale dell’Europa. Le iniziative congiunte di Commissione Europea e BEI puntano a invertire la rotta, ma la loro efficacia dipenderà dalla capacità di includere tutti, a partire da chi è rimasto più indietro. Si tratta di una sfida complessa e urgente. Affrontarla richiede un impegno congiunto delle istituzioni europee, dei governi nazionali e delle organizzazioni della società civile. Solo attraverso politiche mirate, investimenti adeguati e un approccio inclusivo sarà possibile garantire a tutti i giovani europei il diritto fondamentale a una casa sicura e accessibile.