Nell’ultimo decennio, il mondo ha assistito a un significativo aumento dei movimenti globali, molti dei quali guidati dai giovani. Questo fenomeno rappresenta un cambiamento di paradigma nel modo in cui le manifestazioni sociali e politiche vengono organizzate e guadagnano slancio. Sempre più connessi attraverso Internet e gli strumenti digitali, i giovani di tutto il mondo si sono mobilitati attraverso comunità virtuali per
promuovere, resistere, organizzare eventi e raccogliere fondi per le cause che li interessano. Nonostante la loro sottorappresentazione nelle strutture politiche formali e il loro disincanto verso i sistemi di governo falliti, i giovani stanno reclamando uno spazio nelle loro comunità adottando nuove forme di partecipazione. L’attivismo digitale giovanile può essere definito come una forma di impegno civico specificamente portato avanti dai giovani, utilizzando internet e i media digitali come piattaforme chiave per la mobilitazione di massa e l’azione sociale e politica. Questa definizione sottolinea l’importanza dell’ambiente digitale come mezzo per i giovani di impegnarsi attivamente in questioni civiche, sociali e politiche. Questo attivismo comprende una serie di attività, tra cui l’organizzazione e la partecipazione a campagne online, la diffusione di informazioni e idee relative a questioni sociali e politiche, l’uso dei social network per sensibilizzare e mobilitare e la partecipazione a discussioni e dibattiti online su questioni rilevanti. Il focus è su come i giovani utilizzino gli strumenti digitali per influenzare l’opinione pubblica, promuovere il cambiamento e incoraggiare l’azione collettiva intorno a cause di interesse comune. Sono anche caratterizzati dalla loro natura inclusiva e democratica, che consente ai giovani provenienti da diverse realtà sociali e geografiche di partecipare a questi movimenti, spesso superando le barriere tradizionali dell’attivismo convenzionale.
Ciò riflette un significativo cambiamento nella dinamica del coinvolgimento civico e apre nuove opportunità per la partecipazione e la leadership giovanile su questioni di importanza globale. Unendo le piattaforme digitali con azioni tradizionali in strada, questi movimenti riflettono questo nuovo modello di attivismo e una nuova forma di coscienza globale e solidarietà.
Il ruolo della tecnologia e dei social media è stato centrale in questa crescita. La facilità di comunicazione e organizzazione attraverso le piattaforme digitali ha permesso ai giovani attivisti di coordinare e mobilitare migliaia di persone in tutto il mondo in modo rapido ed efficace. La capacità di connettere culture e geografie diverse attorno a cause comuni è uno dei principali elementi distintivi di questo nuovo attivismo. Ciò avviene perché le piattaforme online forniscono uno spazio per il dibattito, l’organizzazione e la diffusione di informazioni, e le azioni offline – come marce e proteste – materializzano questi dibattiti nel mondo fisico. Questa convergenza crea un potente meccanismo di azione e visibilità.
Movimenti sociali guidati dai giovani, come la Primavera Araba e campagne come #MeToo, esemplificano l’uso dello spazio online per organizzare, mobilitare e promuovere cause.
La Primavera Araba è stato un movimento caratterizzato da una serie di rivolte popolari e rivoluzioni che hanno avuto luogo in diversi paesi del Medio Oriente e del Nord Africa a partire dal 2010 ed è stata profondamente segnata dall’attivismo giovanile e dall’uso innovativo delle tecnologie digitali. I giovani attivisti hanno svolto un ruolo centrale in queste mobilitazioni, utilizzando piattaforme di social media come Facebook, Twitter e YouTube per organizzare proteste, diffondere informazioni rapidamente e mobilitare l’opinione pubblica dentro e fuori dai loro paesi.
La capacità di aggirare la censura statale e di connettersi con un pubblico globale ha reso l’attivismo giovanile una forza catalizzatrice, spingendo per la democrazia, la libertà di espressione e i diritti umani.
Il movimento #MeToo, emerso in primo piano a livello globale nel 2017, rafforza il concetto di come l’attivismo giovanile e le piattaforme digitali possano lavorare insieme per favorire un significativo cambiamento sociale. Inizialmente focalizzato sull’esposizione delle molestie sessuali e degli abusi di potere, soprattutto sul luogo di lavoro, il movimento si è rapidamente diffuso sui social media, incoraggiando persone di tutte le età a condividere le proprie esperienze e a chiedere giustizia. L’uso strategico degli hashtag e la capacità delle piattaforme digitali di virilizzare questi messaggi hanno permesso a #MeToo di superare i confini geografici e culturali, creando un’ondata globale di consapevolezza sulle molestie sessuali. La partecipazione attiva dei giovani, sia come vittime sia come alleati nella lotta contro la cultura del silenzio e dell’impunità, ha evidenziato l’importanza dell’attivismo digitale come strumento per mobilitare, sensibilizzare e spingere per cambiamenti legislativi e culturali in materia di uguaglianza di genere e rispetto reciproco.
Questi esempi illustrano come i social media fungano da catalizzatori per la sensibilizzazione e la mobilitazione, mentre le manifestazioni in strada traducono questa energia digitale in azioni concrete.
Questa combinazione massimizza la portata e l’impatto dei movimenti, creando una dinamica in cui online e offline si alimentano reciprocamente.
Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha rafforzato questa tendenza, poiché ha portato i giovani ad utilizzare maggiormente strumenti digitali per comunicare e impegnarsi su questioni come ingiustizia razziale, disuguaglianza e cambiamento climatico, dimostrando che le cause sociali trascendono i confini fisici.
Sebbene gli strumenti digitali come i social media, le piattaforme di comunicazione e le app di mobilitazione abbiano il potenziale per aumentare il coinvolgimento dei giovani e la partecipazione democratica,
questa espansione non avviene in modo equo tra tutti i gruppi giovanili. Ci sono diverse ragioni per questa disuguaglianza. Innanzitutto, l’accesso alla tecnologia digitale varia ampiamente. I giovani in regioni con infrastrutture tecnologiche più sviluppate e una migliore educazione tecnologica hanno più opportunità di impegnarsi digitalmente in questioni civiche e politiche.
D’altra parte, i giovani in aree con accesso limitato a internet e risorse tecnologiche hanno meno probabilità di partecipare a queste forme di coinvolgimento digitale.
Altri fattori che influenzano la capacità dei giovani di impegnarsi efficacemente nell’attivismo digitale sono l’istruzione, il contesto socio-economico e la competenza digitale. Le questioni di inclusione digitale e alfabetizzazione tecnologica sono cruciali.
Inoltre, questi movimenti affrontano altre sfide importanti, come la diffusione di disinformazione, la polarizzazione politica e la repressione governativa che vige in molti paesi.
Un’altra preoccupazione è la sostenibilità a lungo termine di questi movimenti, data la natura spesso effimera delle campagne online. Il futuro dell’attivismo digitale dipenderà dalla capacità di superare questi ostacoli e utilizzare la tecnologia in modo etico ed efficace per promuovere un cambiamento sociale positivo. Pertanto, mentre le tecnologie digitali offrono nuove opportunità per la partecipazione democratica tra i giovani, è cruciale riconoscere e affrontare le disuguaglianze esistenti al fine di garantire una partecipazione più inclusiva ed equa.
Attività complementari
1 – Ricerca di un caso di studio: scegliere un movimento specifico guidato dall’attivismo digitale giovanile, come la Primavera Araba o #MeToo, e condurre una ricerca approfondita. Come suggerimento, ecco un link per saperne di più sul movimento #MeToo: https://www.scielo.cl/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0719-367X2023000200002
2 – Riflessione sull’etica digitale: organizzare una sessione di riflessione sui dilemmi etici che affronta l’attivismo digitale, come la diffusione di disinformazione, la privacy online e il cyberbullismo. Discutere su come gli attivisti digitali possano affrontare responsabilmente queste sfide.
Ecco un link a un articolo sull’etica digitale: https://www.pt.pt/pt/blog/a-literacia-digital-e-o-seu-impacto-na-etica-digital/