Sin dagli anni ’80 del secolo scorso, i videogiochi sono stati oggetto di un dibattito molto acceso tra chi li considera un piacevole, o al limite innocuo, passatempo e chi invece li demonizza ritenendoli causa di comportamenti violenti o di dipendenze simili a quelle dell’alcool o delle droghe pesanti.
Dopo quarant’anni di studi scientifici abbiamo le idee più chiare. In primo luogo, è vero che i videogiochi possono avere effetti negativi sul benessere mentale dei giovani, ma questi non dipendono da quanto tempo si trascorre a giocare. EIl team dell’ Internet Institute, il dipartimento fondato nel 2001 dall’Università di Oxford per indagare le opportunità e le sfide sociali poste dal rapido sviluppo delle tecnologie, ha condotto nel 2022 una ricerca su 40.000 giocatori che ha evidenziato come il tempo dedicato ai videogiochi non influisca negativamente sul benessere mentale dei giovani, ma piuttosto sia l’atteggiamento nei confronti del gioco a fare la differenza: “La discrepanza tra preoccupazioni e prove sottolinea che sappiamo troppo poco dell’impatto dei giochi sul benessere. Abbiamo affrontato questo problema collegando i dati oggettivi raccolti in sei settimane sul comportamento di gioco di 38.935 giocatori, forniti da sette editori di giochi globali, con tre ondate di dati sul loro benessere auto-riferito. Non abbiamo riscontrato alcuna prova di un legame causale tra il gioco e il loro benessere. Tuttavia, i risultati suggeriscono che le motivazioni svolgono un ruolo chiave”.
I ricercatori spiegano anche che lo studio si è limitato a dati di rilievo ma circostanziati e necessita di ulteriore approfondimento. Tuttavia, è importante proseguire l’analisi di queste dinamiche dato il rischio di censura e demonizzazione dei videogiochi da parte di alcuni governi – come quello cinese che ne ha limitato l’uso ad un’ora al giorno per due giorni a settimana.
Il potenziale educativo dei videogiochi
Studi sugli effetti positivi dei videogiochi sono stati anche quelli condotti pochi anni prima dall’università di Rochester (New York) e dell’Università aperta della Catalogna, in collaborazione con il Massachusetts General Hospital di Boston.
In particolare quest’ultimo, ha dimostrato come i videogiocatori presentino prestazioni migliori nei processi di attenzione top-down, ovvero selettiva o focalizzata e nel loro cervello aumenti l’attivazione delle regioni dedicate al controllo cognitivo, dell’inibizione, del cambio d’attività e dell’elaborazione visiva.
Per questo, oltre all’intrattenimento, i videogiochi possono offrire una serie di benefici educativi. Essi possono contribuire al miglioramento delle abilità visuospaziali, potenziare il problem solving, sviluppare le abilità sociali e promuovere l’apprendimento attraverso il gioco. I giochi educativi sono progettati per insegnare concetti storici, culturali o scientifici in modo divertente e coinvolgente, ampliando le conoscenze dei giocatori su varie tematiche.
L’approccio all’apprendimento basato sui giochi, o gamification, è supportato da numerosi esperti educativi. Jane McGonigal, autrice di “Reality is Broken: Why Games Make Us Better and How They Can Change the World”, sostiene che i videogiochi possono motivare gli studenti a superare sfide complesse e ad affrontare il fallimento in modo costruttivo. Allo stesso modo, il professore di psicologia cognitiva Richard Mayer ha evidenziato che i giochi educativi possono migliorare l’apprendimento attraverso l’interattività e la sfida graduale.
I videogames nello studio della storia
Uno degli aspetti più affascinanti dei videogiochi è la loro capacità di trasportare i giocatori in epoche storiche diverse, offrendo un’esperienza immersiva che stimola l’interesse verso la storia. Titoli come “Assassin’s Creed”, “Red Dead Redemption 2”, “Age of Empire” e “Ghost of Tsushima” sono esempi di giochi che offrono ambientazioni storiche realistiche e curate, arricchendo l’esperienza di gioco con elementi storici e culturali accurati.
Titoli come “Kingdom Come: Deliverance” si distinguono per la loro accuratezza storica, ricreando ambientazioni e usi e costumi dell’epoca con grande attenzione ai dettagli. Questi giochi offrono un’opportunità unica per i giocatori di esplorare e comprendere periodi storici passati in modo interattivo e coinvolgente.
A riguardo, lo scorso febbraio, è diventata virale la storia di un docente statunitense che ha sfruttato l’episodio Odyssey di “Assassin’s Creed” per una lezione sulla Grecia antica. L’educatore, conosciuto su Tik Tok per la sua attività di content creator con il profilo “Mr. Mahathey”, ha ricevuto oltre due milioni di visualizzazioni e il plauso del web con un video che lo ritrae alle prese con il videogioco per descrivere la battaglia delle Termopili,uno dei conflitti chiave della guerra greco-persiana del 480 a.C.: “Se il mio insegnante seguisse questo esempio, presterei molta più attenzione”, ha commentato un utente.
Non solo storia
Ci sono molti videogiochi che permettono di prendere parte alla Prima Guerra Mondiale, ma uno si concentra sulle sue conseguenze. “War Hospital” permette di gestire un ospedale da campo durante il periodo del conflitto. Invece di concentrarsi sulle dinamiche di battaglia, l’obiettivo è quello di gestire una struttura medica e salvare quante più vite possibile in situazioni di pressione.
Da qui, si può comprendere come un altro punto interessante della questione sia quello rappresentato dalle simulazioni realistiche, oggetto di interesse da parte di molti educatori. Un articolo pubblicato sulla rivista Simulation & Gaming”ha sottolineato il valore delle simulazioni virtuali nell’insegnamento di competenze pratiche, come la gestione del tempo e la risoluzione dei conflitti. Inoltre, uno studio condottodalla Harvard Medical School, ha dimostrato che le simulazioni di chirurgia virtuale possono migliorare le abilità motorie e decisionali degli studenti di medicina.
I videogiochi possono essere utilizzati poi come strumenti per affrontare problemi di salute mentale come depressione, ansia o stress. Alcuni sono progettati per fornire un’esperienza terapeutica, un modo interattivo per affrontare tali sfide e migliorare il benessere mentale.
Più luci che ombre
Premesso che la dipendenza da videogiochi, conosciuta anche come “gaming disorder”, è una patologia clinica riconosciuta dalla World Health Organization (WHO), va circoscritta a quelle forme di dipendenza comportamentale riconducibile alla macrocategoria delle “ludopatie”. Solo in casi rari si riscontra nei giovani compulsione per il gioco, la sensazione di non potersi fermare o l’isolamento sociale a causa del tempo dedicato alla consolle. Ed è importante notare che non tutti coloro che giocano ai videogiochi, anche per diverse ore al giorno, sono automaticamente affetti da questa condizione, che diventa patologica solo quando inizia ad influenzare negativamente la vita quotidiana.
Ciò premesso, in questo articolo abbiamo voluto sottolineare come l’uso dei videogiochi nell’insegnamento scolastico rappresenti una nuova frontiera nell’educazione moderna, supportata da studi e dichiarazioni di esperti del settore. Grazie al loro potenziale educativo, i videogiochi offrono agli studenti un’esperienza di apprendimento coinvolgente, interattiva e personalizzata. Tuttavia, è importante adottare un approccio equilibrato e consapevole, garantendo che l’uso dei videogiochi sia integrato in modo efficace e responsabile all’interno del curriculum scolastico. Con una corretta implementazione, i videogiochi possono trasformare l’educazione e preparare gli studenti per sfide future in un mondo sempre più digitale e complesso.
I benefici educativi dei videogiochi includono:
- Miglioramento delle abilità visuospaziali: i giochi di tipo “open world” aiutano a sviluppare capacità di orientamento nello spazio, sia virtuale che reale;
- Potenziamento del problem solving: affrontare sfide logiche stimola la risoluzione dei problemi, migliorando abilità logiche e creative;
- Sviluppo delle abilità sociali: i giochi multiplayer promuovono il gioco di squadra e la collaborazione, migliorando le capacità sociali e interpersonali.
- Apprendimento attraverso il gioco: i giochi educativi insegnano concetti storici, culturali o scientifici, ampliando le conoscenze dei giocatori su varie tematiche.
- Stimolo all’attività fisica: alcuni giochi promuovono il movimento fisico, contribuendo alla salute fisica dei giocatori.
- Benefici per la salute mentale: alcuni giochi sono progettati per affrontare depressione, ansia e altre condizioni mentali, offrendo un modo interattivo per migliorare il benessere mentale.
- Mantenimento delle capacità cognitive: i videogiochi mantengono attivo il cervello, stimolando la riflessione rapida, la presa di decisioni e la flessibilità mentale.