Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la sicurezza in Europa è cambiata radicalmente. I paesi della NATO stanno aumentando la spesa militare e alcuni stanno valutando il ritorno della leva obbligatoria. Ecco come sta evolvendo la corsa agli armamenti nel continente. .
L’invasione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022 ha segnato una svolta epocale nella sicurezza europea, ridisegnando le priorità strategiche e militari della NATO. Dalla sua costituzione nel 1949 ad oggi, i bilanci militari europei erano sempre state complessivamente inferiori al limite del 2% del PIL, il livello minimo raccomandato dall’Alleanza Atlantica. Tuttavia, il conflitto in Ucraina ha cambiato rapidamente gli assetti di molti Paesi. Vediamo alcuni esempi.
Un fatto clamoroso ha riguardato la Finlandia e la Svezia che hanno abbandonato la loro storica neutralità per entrare nella NATO. Una svolta epocale che stringe ancor più di assedio la Federazione Russa, anche alla luce del forte riarmo dei Paesi baltici e nell’Europa centro-orientale.
Spicca poi il caso della Germania che ha annunciato un fondo straordinario di 100 miliardi di euro per modernizzare il suo apparato bellico.
Il contesto storico attuale evidenzia quindi una trasformazione radicale delle politiche di difesa europee e la rottura di antichi tabù. L’epoca post Guerra Fredda è definitivamente tramontata, sostituita da una nuova fase di riarmo e confronto tra blocchi. Con l’ulteriore spada di Damocle dell’instabilità conseguente le politiche negoziali del presidente americano Donald Trump, massimo esponente dell’imprevedibilità in politica estera.
I numeri della corsa alle armi in Europa
La spesa militare europea complessiva nel 2024 è stata pari a 730 miliardi di dollari. Ben il 58% in più rispetto alla spesa di 462 miliardi sostenuta dalla Federazione Russa.
La corsa agli armamenti nei Paesi Nato è in forte crescita tanto che su 32 Paesi (esclusa l’Islanda che non ha esercito), ben 23 ha superato il limite del 2% rispetto al Prodotto Interno Lordo.
In Europa “resistono” soltanto Italia, Belgio, Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna, alle quali si aggiunge il Canada, con spese belliche molto basse, pari all’1,37% del PIL.
La percentuale più elevata tra i membri Nato è appannaggio della Polonia con il 4,12%, seguita da Estonia, Lettonia e Gracia.
Discorso a parte per gli Stati Uniti i quali, con 916 miliardi di dollari in spese militari (3,38% in rapporto al PIL), rappresentano il 37% della spesa militare mondiale e il 68% di quella della NATO. Tuttavia, la spesa americana di 2.694 dollari per abitante è superata da Israele Israele che ha raggiunto la più alta spesa pro capite al mondo: 2.997 dollari per abitante.
Per fare un raffronto con la seconda superpotenza del Globo, la Repubblica Popolare di Cina spende 208 dollari per abitante!
In Italia
Dal Bilancio del Ministero della Difesa risulta una spesa di 29,2 miliardi di euro per il 2024, pari all’1,58% secondo la valutazione NATO. Le spese per il personale militare sono state pari a 11,7 miliardi di euro, suddivisi tra Esercito (5,95 miliardi), Marina (2,3), Aeronautica (2,87) e Carabinieri in missioni all’estero (590 milioni). Gli investimenti in armamenti sono invece stati pari a 9,7 miliardi di euro. La quota delle missioni militari all’estero pari a 1,21 miliardi di euro. Il resto della spesa è riconducibile a organizzazione generale e pensioni. Nel complesso, il 2024 segna una forte crescita della spesa militare, in linea con la tendenza degli ultimi anni e con gli impegni assunti nell’ambito della NATO. E per il 2025 è previsto un ulteriore aumento di 2,1 miliardi di euro (+7,31%), portando il bilancio della Difesa a 31,3 miliardi di euro.
In Spagna
Attualmente la Spagna è il paese della NATO che destina la percentuale più bassa del PIL alla difesa, con un investimento dell’1,28%. Nel dibattito sull’aumento della spesa militare, la Spagna è sotto pressione, ma il governo ha ribadito che prevede di raggiungere il 2% del PIL solo entro il 2029. Il ministro degli Affari Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha dichiarato che un aumento immediato è “impensabile” per qualsiasi paese dell’UE e ha respinto le pressioni degli Stati Uniti, sottolineando che la Spagna sta già incrementando gradualmente il proprio budget per la difesa.
In Portogallo
La produzione per scopi militari in Portogallo, nonostante un passato più significativo nel settore, rimane molto limitata e oggi si concentra su beni a maggior valore aggiunto, con una spesa nella Difesa para all’1,55% del PIL. Tuttavia il Governo portoghese ha annunciato l’intenzione di raggiungere il 2% entro il 2029, con un incremento di almeno 700 milioni di euro nel bilancio del Ministero della Difesa.
Lo spettro della leva militare obbligatoria
In Spagna, il servizio militare obbligatorio è stato abolito a partire dal 1º gennaio 2002, e attualmente non ci sono iniziative per reintrodurlo. In Portogallo, il Presidente della Repubblica ha dichiarato nel giugno 2024 che il ripristino del servizio militare obbligatorio non è una questione prioritaria. Eppure in diversi paesi europei (inclusa l’Italia) sono in atto discussioni politiche sulla reintroduzione del servizio militare obbligatorio. Ecco una panoramica delle iniziative più recenti. La Lettonia, dopo aver abolito la leva nel 2007, l’ha reintrodotta nel luglio 2023 per tutti i cittadini maschi tra i 18 e i 27 anni, con un servizio della durata di 11 mesi. Le donne possono partecipare su base volontaria. La Croazia, nel 2024, ha annunciato l’intenzione di ripristinare la leva militare obbligatoria dopo diciassette anni dalla sua abolizione. Tuttavia, a dicembre 2024, il ministro della Difesa ha comunicato il rinvio della reintroduzione per motivi politici. Anche la Serbia ha previsto di reintrodurre il servizio militare obbligatorio a partire dal 2025, seguendo una tendenza osservata in altri paesi balcanici. La Germania sta discutendo tre opzioni per riattivare il servizio di leva, tra cui la reintroduzione della leva obbligatoria e del servizio civile per gli uomini, mantenendo il servizio volontario per le donne. La Grecia ha annunciato un adattamento del sistema di reclutamento ispirato al modello finlandese, considerando l’arruolamento volontario delle donne.
In Italia il dibattito è riemerso ma non sono state adottate decisioni definitive in merito.
Attività complementari
Ecco le URL delle fonti citate:
- Avvenire – Guerre e armi: aumento record della spesa militare globale
- Centro Diritti Umani Unipd – La spesa in armamenti nel mondo 2024
- Sky TG24 – Armi, la spesa militare nel mondo
- TGCOM24 – Spesa per la difesa globale record nel 2023